18 maggio 2011

20 + 1





18 aprile 1991. Vent'anni… e un mese fa.
Roberto Raviola, Magnus per tutti, chiuso nel suo studio di Castel del Rio, è nel pieno di quell'incredibile impresa che sarebbe stata il suo TEX. E chissà sotto quale influsso, disegnò questo bozzetto che mischiava passato e presente. 
È innegabile. Anche se li amiamo tutti, ci sono progetti editoriali che ci coinvolgono emotivamente. E portare finalmente il TEXONE di Magnus in libreria, in un'edizione da 304 pagine, è un qualcosa che ci riempie di passione.

Dalla prefazione di Giovanni Romanini:

 "… In Roberto prima di Tex tutto era chiuso, per il modo in cui tracciava quei segni, senza staccare la matita o il pennarello dal foglio: ogni profilo, ogni figura, ogni contorno. Per Tex decise ancora una volta di cambiare, perché lo sentiva necessario e perché voleva tornare a quello che per lui era il vero Tex, quello di Galep. Una decisione che gli è costata una fatica enorme: mantenere un segno così aperto per boschi, rocce, paesaggi, per 224 pagine... è un’impresa da far paura. Ma lo ha fatto: ha rinunciato ai suoi neri, quelli per cui in Necron aveva rinnegato il tratteggio de Lo Sconosciuto. Per Tex ha scelto esattamente il contrario, per infondere più luce persino alla pioggia, alla foresta di notte…"
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un autore in grado di disegnare qualsiasi cosa. Da realistici cavalli a buffi nanetti.

boblavolpe ha detto...

Ho visitato Castel del Rio e sono rimasto a bocca aperta!
Dietro ogni curva sembrava che potesse apparire Wong e I Vendicatori...
Sic semper Magnus