5° itinerario: PORTA DELL'AMORE
L’amore è la stella
di ogni nave
vagabonda
e il suo valore è ignoto,
per quanto il sestante la
misuri.
Il quinto itinerario di Corto Sconto vi farà conoscere la PORTA DELL'AMORE: si parte dal Ponte di Rialto, si passeggia per il mercato di Rivo Alto e delle Becarie, si attraversa rio terà delle Carampane, ci si ferma nei locali di San Giacomo dell'Orio e di Santa Margherita. Come sempre, troverete i sette itinerari in versione integrale nel volume "Corto Sconto. La guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta" di Guido Fuga e Lele Vianello che hanno raccontato trent'anni di passeggiate in compagnia di Hugo Pratt.
La mappa del 5° itinerario è scaricabile a questo link
Battello linea 1 o 82
Questo percorso è bene non pianificarlo di domenica o di lunedì, giorni di chiusura del mercato ittico.
Prendiamo il ponte di Rialto, circondato da bottegucce varie, in modo da ammirare il canal Grande dall’alto. E' interessante notare i rilievi curiosi che decorano i capitelli sulla facciata di Palazzo dei Camerlenghi, raffiguranti antiche storie di scetticismo popolare circa la possibilità di costruire il ponte in pietra. Ultimato in tre anni, dal 1588 al 1591, il ponte di Rialto fu invece un capolavoro dell’ingegneria del tempo.
Capitello di Palazzo dei Camerlenghi.
Vi è rappresentata una figura femminile provvista d’ali e di zampe animali che, con un’espressione di dolore, sta seduta su un braciere che le brucia il sesso. Una leggenda locale vuole che una donna avesse fatto questa scommessa qualora il ponte di legno fosse stato realizzato in pietra.
Lasciandoci il ponte alle spalle, ci troviamo così nell’isola di Rivo Alto, il cuore economico dell’antica Serenissima. Qui si ritrovavano mercanti provenienti da ogni parte del mondo per scambiarsi una quantità di merci incredibile: stoffe di Fiandra, scialli, abiti, tende di seta, profumi, balsami orientali, muschio, sandalo, incenso, spezie preziose come il pepe (considerato l’oro nero del Medioevo e usato anche come moneta di cambio) e tanto altro.
Darete quindi un’occhiata a quella che viene considerata la chiesa più antica di Venezia:
dedicata a san Giacomo, si dice sia stata costruita intorno al quinto secolo.
Sulla facciata un grande orologio del 1410 sovrasta un portico gotico.
BANCOGIRO
Osteria con cibi particolari e squisiti.
D’estate piazza sul canal Grande.
AL MERCA’
La più piccola osteria veneziana,
con ottimi vini e buoni cicchetti.
Consigliato il paninetto tonno e sedano.
In questa zona, poiché la vita comincia alle cinque del mattino con il mercato, abbiamo un’altissima concentrazione di locali in cui rifocillarci, ognuno con le sue specialità.
Visitare queste osterie vi farà scoprire la vera dimensione della città, coinvolgendovi in un clima festoso in cui l’aria è ricca di profumi e aromi: in aggiunta a ciò, una buona gradazione alcolica vi farà vedere il mondo a tinte ancor più rosee e, forse, passare la voglia di proseguire per l’itinerario proposto.
Dopo aver girato per i banchi del mercato, ci troveremo in campo delle Becarie. Qui ci aspetta Pinto, che per i veneziani è come un porto di mare dove, specialmente il sabato, si passa il tempo con le sporte della spesa belle gonfie a fare quattro chiacchiere bevendo un buon prosecco.
DA PINTO
Appuntamento obbligato per un moscardino (polipetto)
o un crostino di baccalà. Da qualche anno
ci sono un po’ di tavoli all’aperto
dove poter sostare e consumare
queste delizie proprio al centro del passaggio.
Oltre il piccolo ponte di legno dietro la pescheria c’è il Ristorante A le Poste Vecie, sorto proprio dove aveva sede il servizio postale della Serenissima, un tempo gestito da Fulvio era luogo privilegiato da Hugo Pratt che vi tenne banchetti memorabili.
Percorriamo rio terà delle Carampane: questa zona era popolata dalle prostitute che preferivano non rimanere confinate nelle stanze del Castelletto, un gruppo di case a San Matteo. Dal 1360, infatti, la Serenissima cercò di concentrarle tutte lì, vincolando il loro mestiere con una serie di norme da rispettare, ma il tentativo col tempo si far fronte al dilagare della sodomia, una moda arrivata da Oriente, la Repubblica si vide costretta a incoraggiare la presenza delle meretrici, ordinando loro di mostrarsi discinte in pubblico.
La sera, le lanterne illuminavano balconi e finestre dalle quali si sporgevano donne seminude: l’obiettivo era ridare ardore alla virilità in declino dei veneziani. Da qui il curioso nome del ponte che troviamo girato l’angolo del rio terà, ovvero ponte delle Tette.
Questo era un vero e proprio quartiere a luci rosse di livello molto basso, e ancor oggi “vecia carampana” a Venezia è sinonimo di megera.
Prendiamo il ponte di Santa Maria Mater Domini che porta nel campo omonimo. Nella storia di Pratt Favola di Venezia, questo luogo è teatro della misteriosa sparatoria notturna che fa piombare
Corto Maltese dal soffitto all’interno della loggia massonica.
Arriviamo così nel bel campo di San Giacomo dell’Orio, proprio davanti alle absidi della vecchia chiesa omonima risalente al decimo secolo.
All’interno, troviamo le immancabili pitture di Jacopo Palma il Giovane, un bel soffitto gotico a carena di nave e una grande colonna verde con capitello ionico proveniente da qualche tempio pagano.
Superata anche l’imponente chiesa dei Frati di san Francesco, tra il popolo noti come frari, che rappresenta, con la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, il tempio gotico veneziano per eccellenza, avanziamo fino al
campo di Castelforte.
Arrivati a questo punto, attraversiamo un ponticello amatissimo dal nostro amico Pratt.
Infatti le finestre del primo piano della casa sul canale, affacciate sul campo, erano un trionfo di girandole, mulinelli e marchingegni che con una minima brezza d’aria si mettevano in moto ed erano una festa continua per i passanti. Da qualche anno, purtroppo, con la scomparsa del vecchio fantastico ingegno che le aveva realizzate sono state tolte, e chissà in quale polverosa soffitta saranno finite.
Prendiamo in seguito il ponte di Santa Margherita che ci porta nel campo omonimo. Qui si respira l’aria di una Venezia festosa e popolare legata al mondo studentesco che, trovandoci qui a due passi dalle università, si raccoglie nei vari locali disseminati attorno al campo.
Arriviamo infine all’ultima tappa di quest’itinerario: la chiesa di San Nicolò dei Mendicoli, particolarmente cara a Pratt. Di fondazione antichissima (settimo secolo), presenta sulla facciata principale un portico quattrocentesco in cui si rifugiavano le pinzochere,
delle povere religiose che vivevano di carità.
L'ARGENTINO
In una città dove domina il pesce,
una buona opportunità
per assaggiare le empanadas,
le morcillas e
l’asado tanto amati da Pratt.
Alla fine della fondamenta di San Basegio, in cui per mangiare o cicchettare c’è un’altra osteria vecchio stile, Da Toni, sbuchiamo in fondamenta delle Zattere proprio di fronte
al vecchio molino Stucky, un tocco inglese nello skyline lagunare.
Alla nostra destra c’è la Trattoria San Basilio, proprio accanto al piccolo ponte d’accesso
alla Marittima.
Un po’ più avanti, troveremo le fermate dei battelli per tornarcene ai nostri lidi.
Scopri gli itinerari precedenti: 7 itinerari per 7 giorni
PORTA DELL'AVVENTURA
PORTA DEL MARE
PORTA D'ORIENTE
PORTA DELL'ORO
Domani andremo alla scoperta della PORTA DEL COLORE... appuntamento 7 itinerari per 7 giorni con Corto Sconto.
Puoi ricevere una newsletter per ogni aggiornamento del blog, iscriverti ai nostri feed o seguirci più da vicino tramite Facebook.
Nessun commento:
Posta un commento