3° itinerario: PORTA D'ORIENTE
Bevi l’acqua vibrante.
Accarezza la pietra
con mano delicata.
Da’ il tuo addio
all’Occidente,
se lo possiedi,
quindi volgiti a Oriente...
Il terzo appuntamento estivo con la guida di Corto Sconto ci conduce attraverso la Venezia d'Oriente, da Cà d'Oro, al Ghetto Nuovo, fino al Campo dei Mori, in un itinerario ricco di magia, segreti e leggende della città che Hugo Pratt considerava il centro del mondo.
Dopo gli itinerari della PORTA D'AVVENTURA e PORTA DEL MARE, ci introduciamo pieni di meraviglia verso la PORTA D'ORIENTE, attraverso le corti sconte e le calli misteriose dei sestieri Cannaregio e Santa Croce, per un sopralluogo virtuale della Venezia segreta di Corto Sconto, la guida di Corto Maltese pubblicata da Rizzoli Lizard e amata da quasi 100.000 persone.
Battello linea 1 – Ca’
d’Oro.
Partiamo da questo splendido
palazzo quattrocentesco, la cui facciata di marmi policromi era un
tempo arricchita con preziose dorature intarsiate e che ha un sapore
decisamente orientale più che gotico, e venne fatto costruire da
Marin Contarini.
Possiamo quindi attraversare
la strada Nuova e infilarci nell’osteria Ca’ d’Oro, più nota
come Alla Vedova.
ALLA VEDOVA
Qui s’impone una sosta (lo
faceva spesso anche Pratt) perché è una delle osterie più
vecchie, una di quelle in cui il tempo si è fermato. Dal soffitto
pende una bella collezione di pentolacce di rame e, in questo
ambiente così caldo, non dobbiamo farci sfuggire l’occasione di
assaggiare le polpette con un buon bicchiere di vino.
Ci troveremo di fronte a
Palazzo Lezze del Longhena, un tempo ricco di grandi opere d’arte
(Tiziano, Veronese, Tintoretto...), dove sotto
il primo balcone, vedremo un bassorilievo alchemico molto
interessante; ma saremo intrigati anche da quello d’angolo con le
arpie, un po’ nascosto. Più in alto, poi, altri due bassorilievi
completano l’arcano.
Prendiamo il ponte di legno che
porta al bellissimo campo dell’Abbazia, dove potremo ammirare la suggestiva precedente sede della
scuola Vecchia della Misericordia, spogliata nel Seicento del suo
ricco portale a baldacchino che si trova oggi al Victoria and Albert
Museum di Londra. Tale insieme architettonico rappresenta uno degli
angoli più ameni e romantici di Venezia.
Quest’edificio così bello e
magico era di proprietà, ai tempi di Corto Maltese, del pittore
Italico Brass (nonno del più famoso regista) che qui teneva
un’interessante collezione d’arte.
Al ponte di Sacca, godremo di
un’incantevole vista della laguna Nord, un panorama che il poeta
russo Brodskij ha descritto come “il più grande acquerello del
mondo”.
Proseguendo per la fondamenta
della Misericordia vedremo affacciarsi sul canale Palazzo Mastelli (o
del Cammello). Qui vivevano i tre ricchissimi fratelli Mastelli:
Rioba, Afani e Sandi, venuti a Venezia nel 1112 dalla terra dei Mori
per stabilirvi la sede dei loro commerci; è questo il motivo per
cui si parla anche di Fontego degli Arabi. L'accesso al Palazzo del
Cammello è visibile dal campo dei Mori dove, incastonate nel muro,
ci sono le tre statue dei Mori che rappresentano i tre fratelli e una
quarta che incarna probabilmente il loro fido servitore.
E' interessante notare che
tutte queste statue un tempo erano dipinte. Nel suo momento di
maggior fulgore Venezia era infatti un trionfo di colori: affreschi
esterni, pietre dipinte e, nei giorni di festa, arazzi di ogni foggia
e colore che pendevano dai balconi.
Possiamo scegliere, se vogliamo mettere qualcosa sotto i denti, fra
il nuovo locale Anice Stellato o, subito dopo, l’Osteria I 40
ladroni.
Raggiungiamo la fondamenta
degli Ormesini dove, ai tempi della Serenissima, c’erano le
botteghe che producevano l’ormesin, la seta di stampo persiano (da
Ormuz, in Persia) che allora andava per la maggiore (si usava per le
vesti, ma anche per i cuscini, i copriletto, i tendaggi). In questa
fondamenta, un altro locale molto caro al Maestro, la trattoria
Antica Mola.
Arriviamo così al ponte del
Ghetto Nuovo ed entriamo nel quartiere che dal 1527, per decreto
della Signoria, raccoglieva tutti gli ebrei stanziali (e non della
città) che precedentemente erano dislocati alla Giudecca.
All’interno di questo insieme
urbano si trovarono così a vivere assieme ebrei aschenaziti,
sefarditi e tutti i figli della diaspora che, così riuniti, presero
a confrontarsi sulle antiche storie magiche e segrete che ogni gruppo
portava come eredità.
Rio terà San Leonardo è
sede di un vivace mercato, e ospita inoltre diversi bar e locali che
possono offrirci un po’ di conforto.
C’era ai tempi di Corto
Maltese una serie di osterie bellissime, ognuna ben caratterizzata
dalle sue specialità:
Dal Brindisin c’erano ottimi affettati e il
vin “foresto”, il Manduria o il Tran;
Da Bruno Al Scalineto per
la spienza, il
rumegal e
la trippa;
il mitico fritolin Alla
Vittoria, con un grande tagliere da polenta e pesce fritto che
arrivava freschissimo direttamente dalla laguna...
Sull’altro lato del canal Grande, vedremo il Fontego dei Turchi, dove ha sede il Museo di Storia
Naturale. Era stata una delle dimore più lussuose della città,
tanto che veniva richiesta ripetutamente in prestito ai proprietari
della Serenissima per ospitare persone di riguardo come imperatori e
principi dell'Oriente.
Per duecento anni, fino al
1838, qui gravitò dunque un mondo affascinante intriso di droghe,
profumi e incensi levantini.
C’è da vedere infine il
bellissimo Palazzo di Ca’ Pesaro, che è sede della Galleria
d’Arte Moderna che ospita, tra l’altro, la Salomè
di Gustav Klimt e, al terzo piano,
il Museo d’Arte Orientale.
L'itinerario in versione integrale si trova nella guida Corto Sconto, la guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta, di Hugo Pratt, Guido Fuga e Lele Vianello. Appuntamento a domani con la PORTA D'ORO e i segreti del percorso più ricco del libro.
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