09 luglio 2012

Corto Sconto. 7 itinerari per 7 giorni. #3° giorno


3° itinerario: PORTA D'ORIENTE

Bevi l’acqua vibrante. 
Accarezza la pietra 
con mano delicata. 
Da’ il tuo addio all’Occidente, 
se lo possiedi, 
quindi volgiti a Oriente...
Robert Byron 

Il terzo appuntamento estivo con la guida di Corto Sconto ci conduce attraverso la Venezia d'Oriente, da Cà d'Oro, al Ghetto Nuovo, fino al Campo dei Mori, in un itinerario ricco di magia, segreti e leggende della città che Hugo Pratt considerava il centro del mondo. 
Dopo gli itinerari della PORTA D'AVVENTURAPORTA DEL MARE, ci introduciamo pieni di meraviglia verso la PORTA D'ORIENTE, attraverso le corti sconte e le calli misteriose dei sestieri Cannaregio e Santa Croce, per un sopralluogo virtuale della Venezia segreta di Corto Sconto, la guida di Corto Maltese pubblicata da Rizzoli Lizard e amata da quasi 100.000 persone.


La mappa del terzo itinerario è scaricabile a questo link

Battello linea 1 – Ca’ d’Oro.

Partiamo da questo splendido palazzo quattrocentesco, la cui facciata di marmi policromi era un tempo arricchita con preziose dorature intarsiate e che ha un sapore decisamente orientale più che gotico, e venne fatto costruire da Marin Contarini.
Possiamo quindi attraversare la strada Nuova e infilarci nell’osteria Ca’ d’Oro, più nota come Alla Vedova.

ALLA VEDOVA
Qui s’impone una sosta (lo faceva spesso anche Pratt) perché è una delle osterie più vecchie, una di quelle in cui il tempo si è fermato. Dal soffitto pende una bella collezione di pentolacce di rame e, in questo ambiente così caldo, non dobbiamo farci sfuggire l’occasione di assaggiare le polpette con un buon bicchiere di vino.

Ci troveremo di fronte a Palazzo Lezze del Longhena, un tempo ricco di grandi opere d’arte (Tiziano, Veronese, Tintoretto...), dove sotto il primo balcone, vedremo un bassorilievo alchemico molto interessante; ma saremo intrigati anche da quello d’angolo con le arpie, un po’ nascosto. Più in alto, poi, altri due bassorilievi completano l’arcano.

Prendiamo il ponte di legno che porta al bellissimo campo dell’Abbazia, dove potremo ammirare la suggestiva precedente sede della scuola Vecchia della Misericordia, spogliata nel Seicento del suo ricco portale a baldacchino che si trova oggi al Victoria and Albert Museum di Londra. Tale insieme architettonico rappresenta uno degli angoli più ameni e romantici di Venezia.
Quest’edificio così bello e magico era di proprietà, ai tempi di Corto Maltese, del pittore Italico Brass (nonno del più famoso regista) che qui teneva un’interessante collezione d’arte.

Al ponte di Sacca, godremo di un’incantevole vista della laguna Nord, un panorama che il poeta russo Brodskij ha descritto come “il più grande acquerello del mondo”.

Proseguendo per la fondamenta della Misericordia vedremo affacciarsi sul canale Palazzo Mastelli (o del Cammello). Qui vivevano i tre ricchissimi fratelli Mastelli: Rioba, Afani e Sandi, venuti a Venezia nel 1112 dalla terra dei Mori per stabilirvi la sede dei loro commerci; è questo il motivo per cui si parla anche di Fontego degli Arabi. L'accesso al Palazzo del Cammello è visibile dal campo dei Mori dove, incastonate nel muro, ci sono le tre statue dei Mori che rappresentano i tre fratelli e una quarta che incarna probabilmente il loro fido servitore.

E' interessante notare che tutte queste statue un tempo erano dipinte. Nel suo momento di maggior fulgore Venezia era infatti un trionfo di colori: affreschi esterni, pietre dipinte e, nei giorni di festa, arazzi di ogni foggia e colore che pendevano dai balconi.

Possiamo scegliere, se vogliamo mettere qualcosa sotto i denti, fra il nuovo locale Anice Stellato o, subito dopo, l’Osteria I 40 ladroni.

Raggiungiamo la fondamenta degli Ormesini dove, ai tempi della Serenissima, c’erano le botteghe che producevano l’ormesin, la seta di stampo persiano (da Ormuz, in Persia) che allora andava per la maggiore (si usava per le vesti, ma anche per i cuscini, i copriletto, i tendaggi). In questa fondamenta, un altro locale molto caro al Maestro, la trattoria Antica Mola.

Arriviamo così al ponte del Ghetto Nuovo ed entriamo nel quartiere che dal 1527, per decreto della Signoria, raccoglieva tutti gli ebrei stanziali (e non della città) che precedentemente erano dislocati alla Giudecca.
All’interno di questo insieme urbano si trovarono così a vivere assieme ebrei aschenaziti, sefarditi e tutti i figli della diaspora che, così riuniti, presero a confrontarsi sulle antiche storie magiche e segrete che ogni gruppo portava come eredità.
Rio terà San Leonardo è sede di un vivace mercato, e ospita inoltre diversi bar e locali che possono offrirci un po’ di conforto.


C’era ai tempi di Corto Maltese una serie di osterie bellissime, ognuna ben caratterizzata dalle sue specialità: 
Dal Brindisin c’erano ottimi affettati e il vin “foresto”, il Manduria o il Tran; 
Da Bruno Al Scalineto per la spienza, il rumegal e la trippa; 
il mitico fritolin Alla Vittoria, con un grande tagliere da polenta e pesce fritto che arrivava freschissimo direttamente dalla laguna...

Sull’altro lato del canal Grande, vedremo il Fontego dei Turchi, dove ha sede il Museo di Storia Naturale. Era stata una delle dimore più lussuose della città, tanto che veniva richiesta ripetutamente in prestito ai proprietari della Serenissima per ospitare persone di riguardo come imperatori e principi dell'Oriente.
Per duecento anni, fino al 1838, qui gravitò dunque un mondo affascinante intriso di droghe, profumi e incensi levantini.

C’è da vedere infine il bellissimo Palazzo di Ca’ Pesaro, che è sede della Galleria d’Arte Moderna che ospita, tra l’altro, la Salomè di Gustav Klimt e, al terzo piano, il Museo d’Arte Orientale

L'itinerario in versione integrale si trova nella guida Corto Sconto, la guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta, di Hugo Pratt, Guido Fuga e Lele Vianello. Appuntamento a domani con la PORTA D'ORO e i segreti del percorso più ricco del libro.
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