7° itinerario: PORTA DEL VIAGGIO
Forse dovremmo concedere alla
natura umana una istintiva voglia di
spostarsi, un impulso al movimento
nel senso più ampio.
L’atto stesso del viaggiare contribuisce
a creare una sensazione di benessere
fisico e mentale...
Bruce Chatwin
Ultimo itinerario di Venezia sulle tracce di Corto Maltese: per il settimo appuntamento con la guida Corto Sconto, abbiamo scelto le migliori chicche della PORTA DEL VIAGGIO, che comprende un percorso alternativo delle isole della laguna: San Lazzaro degli Armeni, il Lido, Burano, Torcello, Murano, San Francesco del Deserto... Per l'ultima volta, lasciatevi ammaliare dalla storia e dalle leggende di uno dei luoghi più belli del mondo, raccontate da Guido Fuga e Lele Vianello.
Ritroverete i 7 itinerari per 7 giorni sul box in alto sulla colonna a destra del blog Lizard, mentre in tutte le librerie vi aspetta la versione integrale e completa di disegni, curiosità, aneddoti, mappe, del piccolo dizionario toponomastico e di quello enogastronomico, del calendario delle feste e degli indirizzi utili dal titolo:
"Corto Sconto. La guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta", un'opera che è già stata apprezzata da quasi 100.000 persone.
La mappa del 7° itinerario è scaricabile a questo link
SAN LAZZARO DEGLI ARMENI
A poche centinaia di metri dal Lido, la suggestiva isola di San Lazzaro degli Armeni è una vera e propria oasi orientale all’interno della laguna.
L’isola, un tempo adibita a lebbrosario, restò abbandonata per più di due secoli, finché nel 1717 il governo veneziano concesse la possibilità di fondarvi una comunità monastica a un frate benedettino: Manug di Pietro detto “Mechitar il Consolatore”,
fuggito dall’Armenia a causa delle persecuzioni turche.
Il convento e la chiesa, dall’originale campanile a pagoda, ospitavano al loro interno collezioni di oggetti e di opere pittoriche di notevole valore. Una sala del convento è dedicata a George Byron che amava ritirarsi nella quiete dell’isola e che era ghiotto della marmellata di petali di rosa, una vera e propria specialità dei padri mechitaristi armeni.
Sul lungomare Marconi, si para davanti a noi in tutta la sua eleganza l’Hotel Des Bains, una bella struttura di fine secolo circondata dal verde. Qui Thomas Mann ambientò il romanzo Morte a Venezia, da cui Visconti trasse il suo bellissimo film.
Procedendo lungo il viale, fra due fitte file di pini marittimi, sulla destra ecco due strutture in perfetto e severo stile fascista: la prima è il Casinò Municipale, la seconda è il palazzo che ospita
la Mostra internazionale del cinema.
Sulla punta del Lido, la più grande tra le ultime case di Malamocco con un attico la cui terrazza si affaccia sul mare, è quella di Hugo Pratt: qui il maestro amava rifugiarsi dopo i suoi vagabondaggi veneziani.
Se vogliamo prenderci una pausa in un bel posto, immerso in una tipica atmosfera da Corto Maltese, potremo visitare la Locanda Da Scarso.
Se il tempo è bello vale la pena farsi servire sotto la pergola, come faceva Corto.
San Nicolò (terzo secolo).
Protettore dei naviganti e degli oppressi.
Le sue spoglie furono trafugate
dai crociati veneziani a Myra,
intorno al 1100, e portate nella
chiesa di San Nicolò al Lido.
È interessante ricordare che
non fu né monaco, né martire,
ma solo un buon vescovo eletto
direttamente dallo stato laicale
per la stima che godeva tra la
sua gente. La sua fama crebbe
successivamente nel Medioevo
e gli furono attribuiti numerosi miracoli.
TORCELLO
Scesi dalla motonave, costeggiamo lo stretto canale sulla sinistra, un paio di ristoranti e, sulla destra, il solitario ponte del Diavolo. A questo sono legate le vicende di una bella fanciulla veneziana, di un giovane ufficiale austriaco e del diavolo che, sotto forma di gatto nero, appare al centro del ponte alla mezzanotte precisa del 24 dicembre.
Continuando per la fondamenta e passato il ponte, arriviamo alla Locanda Cipriani. Frequentata da Hemingway, al ritorno dalle sue battute di caccia in laguna, gli fornì ispirazione per le atmosfere del suo Al di là del fiume e tra gli alberi.
Più avanti c’è invece una piazzetta in mezzo alla quale si trova un antico e pesante sedile di marmo usato dai memo, i tribuni, per amministrare la giustizia.
Sulla destra incrociamo la chiesetta di Santa Fosca, risalente al undicesimo-dodicesimo secolo, e poi la solenne cattedrale bizantina, dal cui campanile si gode di un bellissimo panorama della laguna.
BURANO
Fin dal Cinquecento, questo lembo di terra è famoso in tutto il mondo soprattutto per la sua antica scuola di merletto.
Il verde dei suoi orti e le sue case variopinte danno un aspetto gioioso a quest’isola arlecchinesca.
E' anche un’isola di pescatori, e le numerose barche ancorate ai pontili e sui piccoli canali ne sono l’evidente testimonianza. Da visitare, oltre al Museo del Merletto, la chiesa di San Martino con il suo campanile incredibilmente pendente e dei buoni ristoranti per gustare il pesce.
SAN FRANCESCO DEL DESERTO
Poco lontano da Burano c’è San Francesco del Deserto, una bella isola circondata dai cipressi. La leggenda vuole che il santo di Assisi, di ritorno dalla Siria su una nave veneziana, raggiunse quest’isola, vi fondò un convento e vi piantò un bastone che crebbe fino a diventare il pino che i frati ancora oggi mostrano. Qui Corto Maltese ebbe modo di conoscere frate Serafino, che gli mostrò la pergamena su cui era tracciata una mappa dell’Eldorado.
MURANO
Per scongiurare il pericolo degli incendi, la Serenissima trasferì su quest’isola numerose fornaci e a ciò è dovuto l’epiteto “dei fuochi” con cui è conosciuta.
Quella che inizialmente era sembrata una sciagura, ha invece permesso, col passare degli anni, la realizzazione di un vero e proprio “miracolo”, quale lo sviluppo dell’industria del vetro. Non a caso l’isola, nei secoli scorsi, fu meta di molti alchimisti che qui, oltre a praticare la ricerca della “grande opera”, usavano le alte temperature per estrarre dal fuoco nuove varietà di colori.
Nel Settecento Murano era rinomata per la sua vita notturna, animata da numerosi e popolari ridotti: si narra di vere e proprie serpentine di gondole illuminate, cariche di nobili veneziani, che sfilavano lungo la laguna per raggiungere l’isola, attirati dalle favolose feste che si davano nei suoi palazzi.
Scopri tutti gli itinerari di "Corto Sconto La guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta":
7 itinerari per 7 giorni
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SAN LAZZARO DEGLI ARMENI
A poche centinaia di metri dal Lido, la suggestiva isola di San Lazzaro degli Armeni è una vera e propria oasi orientale all’interno della laguna.
L’isola, un tempo adibita a lebbrosario, restò abbandonata per più di due secoli, finché nel 1717 il governo veneziano concesse la possibilità di fondarvi una comunità monastica a un frate benedettino: Manug di Pietro detto “Mechitar il Consolatore”,
fuggito dall’Armenia a causa delle persecuzioni turche.
Il convento e la chiesa, dall’originale campanile a pagoda, ospitavano al loro interno collezioni di oggetti e di opere pittoriche di notevole valore. Una sala del convento è dedicata a George Byron che amava ritirarsi nella quiete dell’isola e che era ghiotto della marmellata di petali di rosa, una vera e propria specialità dei padri mechitaristi armeni.
LIDO
Sul lungomare Marconi, si para davanti a noi in tutta la sua eleganza l’Hotel Des Bains, una bella struttura di fine secolo circondata dal verde. Qui Thomas Mann ambientò il romanzo Morte a Venezia, da cui Visconti trasse il suo bellissimo film.
Procedendo lungo il viale, fra due fitte file di pini marittimi, sulla destra ecco due strutture in perfetto e severo stile fascista: la prima è il Casinò Municipale, la seconda è il palazzo che ospita
la Mostra internazionale del cinema.
Sulla punta del Lido, la più grande tra le ultime case di Malamocco con un attico la cui terrazza si affaccia sul mare, è quella di Hugo Pratt: qui il maestro amava rifugiarsi dopo i suoi vagabondaggi veneziani.
Se vogliamo prenderci una pausa in un bel posto, immerso in una tipica atmosfera da Corto Maltese, potremo visitare la Locanda Da Scarso.
Se il tempo è bello vale la pena farsi servire sotto la pergola, come faceva Corto.
San Nicolò (terzo secolo).
Protettore dei naviganti e degli oppressi.
Le sue spoglie furono trafugate
dai crociati veneziani a Myra,
intorno al 1100, e portate nella
chiesa di San Nicolò al Lido.
È interessante ricordare che
non fu né monaco, né martire,
ma solo un buon vescovo eletto
direttamente dallo stato laicale
per la stima che godeva tra la
sua gente. La sua fama crebbe
successivamente nel Medioevo
e gli furono attribuiti numerosi miracoli.
TORCELLO
Scesi dalla motonave, costeggiamo lo stretto canale sulla sinistra, un paio di ristoranti e, sulla destra, il solitario ponte del Diavolo. A questo sono legate le vicende di una bella fanciulla veneziana, di un giovane ufficiale austriaco e del diavolo che, sotto forma di gatto nero, appare al centro del ponte alla mezzanotte precisa del 24 dicembre.
Continuando per la fondamenta e passato il ponte, arriviamo alla Locanda Cipriani. Frequentata da Hemingway, al ritorno dalle sue battute di caccia in laguna, gli fornì ispirazione per le atmosfere del suo Al di là del fiume e tra gli alberi.
Più avanti c’è invece una piazzetta in mezzo alla quale si trova un antico e pesante sedile di marmo usato dai memo, i tribuni, per amministrare la giustizia.
Sulla destra incrociamo la chiesetta di Santa Fosca, risalente al undicesimo-dodicesimo secolo, e poi la solenne cattedrale bizantina, dal cui campanile si gode di un bellissimo panorama della laguna.
BURANO
Fin dal Cinquecento, questo lembo di terra è famoso in tutto il mondo soprattutto per la sua antica scuola di merletto.
Il verde dei suoi orti e le sue case variopinte danno un aspetto gioioso a quest’isola arlecchinesca.
E' anche un’isola di pescatori, e le numerose barche ancorate ai pontili e sui piccoli canali ne sono l’evidente testimonianza. Da visitare, oltre al Museo del Merletto, la chiesa di San Martino con il suo campanile incredibilmente pendente e dei buoni ristoranti per gustare il pesce.
SAN FRANCESCO DEL DESERTO
Poco lontano da Burano c’è San Francesco del Deserto, una bella isola circondata dai cipressi. La leggenda vuole che il santo di Assisi, di ritorno dalla Siria su una nave veneziana, raggiunse quest’isola, vi fondò un convento e vi piantò un bastone che crebbe fino a diventare il pino che i frati ancora oggi mostrano. Qui Corto Maltese ebbe modo di conoscere frate Serafino, che gli mostrò la pergamena su cui era tracciata una mappa dell’Eldorado.
MURANO
Per scongiurare il pericolo degli incendi, la Serenissima trasferì su quest’isola numerose fornaci e a ciò è dovuto l’epiteto “dei fuochi” con cui è conosciuta.
Quella che inizialmente era sembrata una sciagura, ha invece permesso, col passare degli anni, la realizzazione di un vero e proprio “miracolo”, quale lo sviluppo dell’industria del vetro. Non a caso l’isola, nei secoli scorsi, fu meta di molti alchimisti che qui, oltre a praticare la ricerca della “grande opera”, usavano le alte temperature per estrarre dal fuoco nuove varietà di colori.
Nel Settecento Murano era rinomata per la sua vita notturna, animata da numerosi e popolari ridotti: si narra di vere e proprie serpentine di gondole illuminate, cariche di nobili veneziani, che sfilavano lungo la laguna per raggiungere l’isola, attirati dalle favolose feste che si davano nei suoi palazzi.
Scopri tutti gli itinerari di "Corto Sconto La guida di Corto Maltese alla Venezia nascosta":
7 itinerari per 7 giorni
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